Social Media Week London 2015 – le nostre impressioni

redazione / 25 Sep 2015

social_media_freakSi è conclusa la settimana scorsa la Social Media Week 2015 londinese. Per chi non la conosce, si tratta di una 4 giorni dedicata ai Social Media e in parte all’online advertising in generale. L’evento, che si svolge in molte città del mondo, ha in Londra uno dei suoi fulcri principali con numerosi speaker di calibro internazionale e ospiti da tutte le maggiori agenzie digitali del mondo.

Rispetto agli altri anni ho notato alcune differenze nella strutturazione degli eventi e negli argomenti trattati. Innanzitutto mi sembra sia calato l’eccitamento che si respirava nell’ambiente marketing riguardo ai social media. Solo due anni fa sembrava che i social fossero l’unico motore intorno al quale girava internet. Ora la situazione si è ridimensionata è si è iniziato a tirare le somme su a cosa siano veramente serviti i social media nella comunicazione negli ultimi anni.

Sebbene sia vero che i contenuti la fanno da padroni, visto anche l’importanza sempre crescente che gli algoritmi di ricerca in generale ne danno, dall’altra si è posto l’accento su quali tipi di contenuti abbiano maggior successo.

VIDEO VIDEO VIDEO
I video non stancano mai l’audience e di mostrano di essere ancora una volta il tipo di contenuto che crea maggior engagement. ancora più delle foto. Per questa ragione quasi tutte le piattaforme social hanno implementato tecnologie come l’autoplay e la possibilità di pubblicare GIF, stop motion (Vine ed Instagram) e long form videos.

QUIZ
I ragazzi di Boombox, sponsor dell’evento, hanno dimostrato sul palco quanto i quiz siano la forma di contenuto testuale che crea maggiore engagement. Vice, Buzzfeed e tanti altri sono ormai diventati veri e propri maestri nell’utilizzo dei quiz per creare engagement.

EMOTICONS
Anche le emojis si sono ritagliate il loro spazio all’interno della SMW 2015. Sempre meno testo per esprimerci, in futuro utilizzeremo sempre di più le emoticons. Anche solo per ordinare una pizza. il WWF ha creato una campagna intera utilizzando esclusivamente le emoticons, quindi resa sicuramente un tipo di contenuto da mantenere sotto osservazione.

Con la progressiva morte delle home page, i social hanno mantenuto una posizione dominante per quanto riguarda la distribuzione dei contenuti e per attrarre nuovi utenti.

INFLUENCERS

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’individuazione e il coinvolgimento degli influencer, al quale è stato dedicato un panel di Ogilvy. Ce lo racconta Gianluca Angelici di “Find The Ripple”:

Durante il panel è stato ribadito un no definitivo ai vecchi metodi di score assoluti per misurare l’influenza di un utente. Gli influencer hanno senso se coinvolti nel proprio contesto: attraverso una credibilità che si sono guadagnati sul campo nei confronti di un proprio audience. Ed è giunto il momento in cui i brand costruiscano relazioni in modo genuino con gli influencer, creando rapporti di lunga durata che possano portare vantaggi reciproci.

Con FindTheRipple abbiamo sviluppato la prima predictive platform che supporta i social media manager in attività di real-time marketing: la piattaforma suggerisce quali sono i contenuti che diventeranno trendy nel contesto di interesse del nostro cliente. Infatti la tecnologia non solo è in grado di identificare un contesto e i relativi influencer, ma conoscendone a fondo le dinamiche è in grado di fare predizioni in tempo reale di contenuti engaging attraverso i quali attirare l’attenzione della propria target audience.”

NON SOLO SOCIAL MEDIA

Ma alla Social Media Week quest’anno non si è parlato solamente di social media. Si sono affrontati anche alcuni temi particolarmente caldi tra cui il Growth Hacking, fondamentale per le start up, a cui è stata dedicata una master class ricca di case studies come ci racconta Marcello Mari Head of Marcomms ad iStarter:

Scalare e scalare in maniera rapida è un passaggio fondamentale per una startup. Servizi come Dropbox, Uber ed AirBnb hanno saputo raggiungere la massa critica grazie ad esperimenti di growth hacking che oggi vengono citati nei manuali. E’ stato particolarmente interessante vedere come l’organizzazione della SMW abbia voluto porre l’accento su temi così caldi nonostante non fosse strettamente legati ai social media

Della stessa opinione è anche Edoardo Cassina, CEO & founder di Bards Collective, una digital agency della quale iStarter detiene il 25%:

“Credo che tra i trend più interessanti emersi da questa Social Media Week ci sia il focus verso i “design centric services”. In particolar modo si è parlato di anticipatory design, ossia tutto quel mondo di servizi online in grado di predirre le azioni degli utenti  basandosi sui dati raccolti dalle piattaforme social. In particolar modo, la maniera in cui interagiamo con le diverse piattaforme dice talmente tanto di noi che un servizio è ora in grado di predirre la nostra capacità di spesa ma anche ottimizzare le prestazione in base alle nostre abitudini.

Ci aspettiamo quindi che in futuro tutti questi aspetti, tecnologia e servizi social si parleranno ancora più da vicino per attirare sempre più utenti e rendere le esperienze social integrate con praticamente ogni device.

Dalla social media week per ora è tutto.
Team iStarter