Modello di autocertificazione: fac simile e guida pratica

Il termine autocertificazione viene utilizzato spesso nella vita quotidiana, si tratta di quel documento che ci permette di dichiarare informazioni personali senza dover richiedere ogni volta certificati ufficiali a uffici pubblici o enti privati.

In pratica, è un modulo in cui scriviamo e firmiamo ciò che ci serve attestare: residenza, stato civile, titolo di studio, iscrizioni o situazioni familiari.

È uno strumento utile pensato per semplifica la burocrazia, ridurre i tempi ed evitare lunghe code agli sportelli. Non a caso è stato regolato in modo chiaro dalla legge: il riferimento principale è il DPR 445/2000, che stabilisce quando e come possiamo usare l’autocertificazione.

Chi non è abituato a gestire documenti potrebbe avere difficoltà a capire quale modello usare, come scriverlo e se va bene anche un fac simile stampato da internet.

Nei prossimi paragrafi ti aiuteremo, vedremo cos’è un modello di autocertificazione, quali dati inserire, in quali casi si può usare e come compilarlo correttamente.

Che cos’è l’autocertificazione e quando si può usare

L’autocertificazione è una dichiarazione firmata che sostituisce i certificati rilasciati dalla pubblica amministrazione. È valida davanti ad enti pubblici e gestori di sevizi pubblici (scuole, università, comuni, ASL, INPS, ecc.), mentre non ha alcun valore nei rapporti tra privati, a meno che non decidano di accettarla.

Grazie al modello di autocertificazione puoi dichiarare dati come la residenza, lo stato civile, la nascita dei figli e il titolo di studio senza andare al Comune a chiedere un certificato, ti basta un foglio firmato da te che attesti la veridicità dell’informazione.

L’autocertificazione è quindi un risparmio di tempo e denaro, e l’ente che riceve il documento ha comunque la possibilità di effettuare controlli, ma intanto la tua dichiarazione vale come se fosse un certificato ufficiale.

La normativa di riferimento: DPR 445/2000

Il DPR 445/2000 è il testo unico che disciplina tutta la materia della documentazione amministrativa. In pratica è la legge che ha introdotto e regolato l’uso dell’autocertificazione. L’obiettivo di questa norma è ridurre la burocrazia, così invece di richiedere certificati ad ogni occasione, il cittadino può dichiarare direttamente i propri dati e stati personali.

La norma stabilisce che:

  • le autocertificazioni hanno lo stesso valore dei certificati ufficiali quando presentate alla Pubblica Amministrazione o ai gestori di servizi pubblici;

  • i privati non sono obbligati ad accettarle, ma possono decidere di farlo;

  • chi firma un’autocertificazione si assume responsabilità penale in caso di dichiarazioni false o mendaci;

  • è possibile ricorrere anche alla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, utile per attestare fatti o qualità personali non certificabili da altri enti.

Modello di autocertificazione: come si scrive

Un modello di autocertificazione deve rispettare alcuni punti fondamentali, non esiste un formato unico, ma ci sono informazioni che non possono mancare.

Di solito il modulo è così strutturato:

  • Dati del dichiarante: nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza.
  • Riferimenti di legge: la dicitura che richiama il DPR 445/2000.
  • Oggetto della dichiarazione: la parte in cui scrivi cosa stai autocertificando (es. “di essere residente in via…”, “di aver conseguito il diploma di…”).
  • Data e firma: la dichiarazione deve essere sempre sottoscritta.

Esempi di autocertificazione

Per capire meglio come funziona, ecco i casi più frequenti in cui serve presentare un’autocertificazione:

  • Residenza e stato di famiglia: quando un ufficio richiede prova di dove vivi o della composizione del tuo nucleo familiare.
  • Titoli di studio: diploma, laurea o altri attestati, da autocertificare in sede di concorso o iscrizione.
  • Situazione anagrafica: nascita, cittadinanza, stato civile.
  • Posizione giuridica o contributiva: iscrizioni a ordini professionali, posizione INPS o INAIL.
  • Requisiti per bandi o concorsi: quando servono dichiarazioni rapide per partecipare a procedure pubbliche.

Validità dell’autocertificazione e responsabilità legale

Firmando un’autocertificazione dichiari sotto la tua responsabilità penale che quanto scritto corrisponde al vero. In caso di false dichiarazioni scattano sanzioni anche gravi.

L’ente pubblico non può rifiutare un’autocertificazione se la legge ne prevede l’uso. Può però fare controlli e, in caso di falsità, la dichiarazione diventa nulla e la persona rischia procedimenti penali.

Per questo è fondamentale compilare il modello con attenzione e non scrivere nulla che non si possa dimostrare.

Fac Simile Modello di autocertificazione

Di seguito ti proponiamo un modello di autocertificazione che puoi utilizzare liberamente:

Io sottoscritto/a __________________________________________
nato/a a ____________________________ il //______
residente in __________________________________________ n. ___
Codice Fiscale __________________________________________

consapevole delle sanzioni penali in caso di dichiarazioni mendaci e falsità negli atti (artt. 46 e 47 del DPR 445/2000),

DICHIARO sotto la mia responsabilità quanto segue:

Luogo e data: ____________________________

Firma (per esteso e leggibile): ____________________________

FAQ sul modello di autocertificazione

Dove trovo un modello di autocertificazione valido?
Sul sito del tuo Comune, di enti pubblici o scaricando fac simile PDF già pronti che riportano il richiamo al DPR 445/2000.

Devo allegare un documento di identità?
Sì, è sempre consigliato allegare la fotocopia di un documento valido per rendere il modulo completo.

Vale anche per rapporti tra privati?
No, salvo che il privato decida di accettarla. La validità è garantita solo verso la Pubblica Amministrazione e i gestori di servizi pubblici.

L’autocertificazione ha scadenza?
Dipende da ciò che dichiari. Se i dati possono cambiare (es. residenza), vale fino a quando l’informazione resta corretta.

Posso inviarla online?
Sì, se firmata digitalmente o allegata con copia del documento di identità. Molti enti accettano PEC o piattaforme online dedicate.

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